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C’è una ragazza che aspetta il pullman che la accompagnerà in classe. C’è il furgone targato Romania che sfreccia superando. Ci sono destinazioni improbabili di ciclisti. Ci sono pullman colmi di pendolari. Trattorie e alberghi che attendono sornioni il tempo degli amanti. Ci sono fiumi e canali, valli e lagune. Ci sono mille tipi di asfalto, rotonde, semafori e sbadigli. I sorpassi e le merci, i baretti e gli autovelox, i negozi e la nebbia. L’Europa libera e aperta sullo sfondo. 

Pianeta 309 è un viaggio fotografico, iniziato nel 2008, lungo la strada statale 309 Romea.

Percorso che supera acque e tempo, da 2000 anni la Romea offre a viaggiatori l’opportunità di scavalcare la pianura Padana e dirigersi verso l’Europa o sprofondare nello Stivale.

La Romea viene puntualmente ricordata come una delle strade più pericolose d’Italia. Eppure è percorso, scelto od obbligato, da migliaia di persone ogni giorno. Son 127 chilometri di asfalto, che si misurano in tempo di viaggio, che trafiggono la periferia padana, trasportano pensieri e merci, che nascono e si esauriscono in aree industriali e portuali.

Non c’è un incrocio, non c’è un tratto, una curva più colpevoli dell’altra. Ci sono solo mazzi di fiori, che una mano sembra aver sparso a caso. E ci sono tre cifre a indicare una strada diversa, per natura, dalle altre: 309. 

 

Pianeta 309, vita morte e miracoli vuole essere una indagine a metà tra il reportage e la street photo. Foto scattate sempre in movimento a bordo di auto, scooter, autobus, camion, moto. Un viaggio tra acque e paesaggi agroalimentari e capannoni, su una strada che implora rispetto. 

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